Motus-E, associazione che rappresenta il mondo interessato alla valorizzazione della mobilità elettrica in Italia, ha stilato giorni fa un’importante analisi di mercato. In questo report vengono espressi nel dettaglio i numeri delle auto e dei punti di ricarica sul nostro territorio da gennaio a settembre 2023.
- IMMATRICOLAZIONI, UN CONFRONTO CON IL 2022
Al 30 settembre, le auto full-electric circolanti in Italia sono poco più di 209.000, con quasi 46.000 immatricolazioni nei primi nove mesi dell’anno. Un incremento rispetto al 2022, vero, ma solo del 28,17%.
In relazione alle immatricolazioni totali di quest’anno, 1.181.000 unità, le auto elettriche rappresentano quindi solo il 3,88% del mercato. Troppo poco se si nota che le auto a benzina e diesel rappresentano quasi la maggioranza assoluta del 47% del mercato.
- CANALI DI MERCATO
Per quanto riguarda i canali di mercato, i privati rappresentano la “maggioranza relativa” con il 47,6%, in flessione rispetto al 55,47% dello scorso anno. Al secondo posto si piazza il noleggio a lungo termine che conferma all’incirca i numeri dello scorso anno (26,15% vs 24,26%). I rivenditori si fermano solo al terzo posto, in lieve miglioramento, con il 13%.
- DIFFERENZE GEOGRAFICHE
Significativa è la differenza su base regionale delle immatricolazioni fino a settembre. In testa troviamo la Lombardia con 8.685 veicoli registrati (+44,65% rispetto al 2022), tallonata dal Trentino-Alto Adige con 8.498 immatricolazioni. Distaccate Lazio, Toscana e Veneto.
Dividendo l’Italia in cinque macro-regioni, però, notiamo dei dati rilevanti: comanda il nord-est con 16.337 immatricolazioni, seguono nord-ovest con 13.634 e centro con 10.749, mentre restano notevolmente distaccati sud con 3.363 auto e isole con sole 1.707 auto.
- UN CONFRONTO CON L’EUROPA
L’incremento del mercato a livello europeo è indiscutibile, con i Paesi Bassi sempre in testa con il 29,1% di quota e la Germania che in termini assoluti ha prodotto nel 2023 355.826 auto elettriche. Ad agosto, tra le big europee fanalini di coda in questo senso restano Italia (5,09%) e Spagna (3,91%).
- E I PUNTI DI RICARICA?
Al 30 giugno, il bilancio è di 45.210 punti di ricarica (+32% rispetto al 2022), con una distribuzione simile a quella delle stesse automobili, con il dominio del nord, e 25.000 infrastrutture (dunque stazioni di ricarica con uno o più punti). Balza poi all’occhio come tre quarti dei punti di ricarica in Italia sia di tipo quick (cioè sotto i 22 kW).
- L’ANALISI
Sicuramente le agevolazioni messe a punto dagli ultimi governi non sono bastate a rendere appetibile l’elettrico agli automobilisti italiani. Agire sugli incentivi potrebbe risultare necessario ma non sufficiente per recuperare un grande gap che rischia di diventare strutturale, con dei riflessi sulla competitività del settore nazionale.
L’origine del deficit italiano sta nella correlazione tra le immatricolazioni e alcune variabili, tra cui la diffusione delle stazioni di ricarica e il reddito medio della popolazione. Tutto lascia pensare che in Italia si sia innescata quasi una resistenza all’elettrico, figlia di disinformazione e scetticismo.
Il fatto è però che il mercato globale sta comunque vertendo sempre più verso l’elettrico, e rimanere indietro potrebbe rivelarsi devastante.
Per questo, si suggerisce, è importante che il dibattito pubblico segua fonti economiche e scientifiche valide, senza sottostare a fake news e falsi miti che potrebbero causare un danno immenso al futuro automobilistico del nostro Paese.